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Anatomia e zona di trasformazione

        

 

 
   

In questa pagina verrà riportata la terminologia colposcopica e si accennerà alla storia della colposcopia dalla sua nascita ad oggi.

 

 

 

CLASSIFICAZIONE COLPOSCOPICA

     

L'attuale terminologia, su cui si basa la scheda colposcopica, deriva dalla classificazione colposcopica IFCPC del 2011 accettata al congresso mondiale di Rio. Le precedenti classificazioni della I.F.C.P.C. (International Federation for Cervical Pathology and Colposcopy) sono : la classificazione proposta al I° congresso mondiale di colposcopia e patologia cervicale  Mar De Plata 1972; la classificazione del 1975 in occasione del congresso I.F.C.P.C. tenutosi a Graz (Austria); la classificazione colposcopica internazionale di Roma del 1990;  la classificazione colposcopica internazionale IFCPC del 2002. Tanto si riporta sia per un valore storico ma soprattutto perchè spesso oggi si usano termini delle pregresse classificazioni, per cui è utile conoscere tali riferimenti.  Le classificazioni vanno periodicamente rivedute alla luce delle nuove acquisizioni. Possiamo affermare ,comunque ,che grossolanamente, non vi sono stati radicali cambiamenti negli ultimi venti anni. 

La refertazione di un esame colposcopico si basa sempre sulla valutazione morfologica e dinamica della lesione utilizzando un grading colposcopico. La sua analisi viene infine condensata in quella parte della scheda colposcopica di maggiore importanza: la relazione. Essa deve essere chiara ed esplicita, dare delle precise indicazioni e consigli, ed a mio avviso rappresenta la parte più importante dell'esame. 

A seguire la classificazione colposcopica adottata al congresso mondiale del 2011 a Rio, che è quella attualmente in uso. Accanto alla terminologia colposcopica in questo congresso si è prodotta una classificazione terminologica per la vagina ed una per la vulva.

 

I.F.C.P.C. TERMINOLOGIA COLPOSCOPICA DELLA CERVICE ADOTTATA AL CONGRESSO MONDIALE DI RIO 2011

Valutazione generale

Adeguata, o inadeguata (spiegare la motivazione: cervice non visibile, infiammazione, sanguinamento , esiti cicatriziali , ecc)
Giunzione squamocolonnare : visibile, non visibile, parzialmente visibile
Zona di trasformazione tipo 1,2,3

Aspetti colposcopici normali

Epitelio squamoso originale:
  • Trofico  
  • Atrofico

Epitelio colonnare:

  • Ectopia

Epitelio squamoso metaplasico:

  • Cisti di Naboth
  • Sbocchi Ghiandolari
  • Deciduosi in gravidanza
Quadri colposcopici anormali Principi generali Localizzazione della lesione:
  • Dentro o fuori la zona di trasformazione
  • Indicare la posizione come un quadrante di orologio
Dimensioni e proporzioni della lesione:
  • Numero dei quadranti interessati dalla lesione
  • Dimensione della lesione rapportata in percentuale alle dimensioni della cervice
Grado 1 (Minore)
  • Epitelio acetobianco sottile, margini irregolari a carta geografica
  • Mosaico fine o regolare
  • Puntato fine o regolare
Grado 2 (Maggiore)
  • Epitelio acetobianco ispessito, opaco
  • Alta acetoreattività o rapida comparsa
  • Sbocchi ghiandolari ispessiti
  • Mosaico grossolano , irregolare
  • Puntato grossolano, irregolare
  • Netta demarcazione fra due epiteli  ( Sharp Border)
  • Area di netta demarcazione, nell'ambito di una area acetobianca, fra due epiteli acetoreattivi, di cui il più interno è più ispessito  ( Inner Border Sign )
  • Area acetoopaca e rilevata sulla giunzione squamocolonnare ( Ridge Sign )
Quadro non specifico
  • Leucoplachia (Cheratosi, ipercheratosi)
  • Erosione
  • Colorazione di Lugol (test di Schiller): positivo , negativo
Sospetti di invasione
  • Vasi atipici
  • Segni addizionali: Fragilità vasale, superfice irregolare, lesione esofitica, necrosi, ulcerazione necrotica, neoformazione
Quadri Miscellanei
  • Zona di trasformazione congenita
  • Condiloma
  • Polipo (esocervicale , endocervicale)
  • Infiammazione
  • Stenosi
  • Anomalie congenite
  • Esiti di trattamenti
  • Endometriosi

2011 IFCPC TERMINOLOGIA COLPOSCOPICA DELLA CERVICE: Appendice

Modalità di trattamento escissionale

Escissione di tipo 1, 2, 3

Parametri per la dimensione della escissione

  • Lunghezza: la distanza dal margine esterno o distale al margine interno o prossimale
  • Larghezza: la distanza dal margine stromale alla superfice del campione escisso
  • Circonferenza (opzionale): il perimetro del campione escisso

2011 colposcopic terminology of the international federation for cervical pathology and colposcopy

La modalità di escissione: tipo 1,2,3, riportata nella classificazione colposcopica IFCPC 2011, dipende dalla localizzazione della zona di trasformazione, dalla sua dimensione ed dalla sua totale o meno visibilità. Questa descrizione è pertanto finalizzata a standardizzare e comprendere facilmente il tipo di escissione eseguita, che dipenderà appunto dalle caratteristiche della TZ. Pertanto la escissione potrà essere più o meno profonda e più o meno larga. 

ZONA DI TRASFORMAZIONE (TZ) / MODALITA' DI TRATTAMENTO ESCISSIONALE

Parametri della escissione

TZ di TIPO 1

La TZ è completamente esocervicale, e completamente visibile. La parte visibile può essere piccola o grande. La linea verde è il limite esplorabile con la colposcopia.

TZ di TIPO 2

La TZ ha una componente endocervicale, ma è completamente visibile esplorando il canale con semplici manovre. La possibile componente esocervicale può essere piccola o grande.

TZ di TIPO 3

La TZ ha una componente endocervicale ma non completamente visibile La possibile componente esocervicale può essere piccola o grande.

In rapporto alla estensione della lesione  il cono avrà una sua profondità larghezza e circonferenza che come detto dipende dal tipo di TZ .

 

 

CLASSIFICAZIONI COLPOSCOPICHE PRECEDENTI

A seguire si riportano per valore storico precedenti terminologie colposcopiche a cui ancora, per alcune, si fa talvolta riferimento.

 

PRIME CLASSIFICAZIONI COLPOSCOPICHE ADOTTATE DA H. HINSELMANN

 Prima nomenclatura proposta da Hinselmann  nel 1933

  •   PRIMA IMMAGINE COLPOSCOPICA : Collo ideale

  •   SECONDA IMMAGINE COLPOSCOPICA : Ectopia

  •   TERZA IMMAGINE COLPOSCOPICA: Zona di Trasformazione

  •    IMMAGINI MATRICI:Leucoplasia; Base di leucoplasia o Puntato (Grund); Mosaico (Felderung)

Redatta dalla Dott.ssa. María Beatriz Sosa

 Successiva nomenclatura utilizzata da Hinselmann

Original mucosa
punto elenco Primary
punto elenco Secondary
Ectopy
Tranformation zone
punto elenco Fresch
punto elenco Old,vascular
Atypical epithelium 
 Ground structure
punto elenco Fine
punto elenco Coarse
punto elenco Mosaic 
Leukoplakia
punto elenco Fine
punto elenco Coarse
punto elenco Atypical vessels
punto elenco Surface alterations
punto elenco True erosion

tratto da Atlas of Colposcopy Mestwerdt 5th ed. 1981 Saunders Ed.

Classificazione proposta al I° congresso mondiale di colposcopia e patologia cervicale  Mar de Plata 1972

Aspetti normali o tipici

Mucosa originaria, ectopia, Zona di riepitelizzazione tipica, Mucosa atrofica

Aspetti colposcopici non correlati direttamente con caratteri di malignità

Colpiti ed altre immagini infiammatorie, Polipi e papillomi, Endometriosi, Deciduosi, Sequele di diatermocoagulazione, Altre distrofie

Aspetti colposcopici compatibili con processi neoplastici

Zona di riepitelizzazione atipica, Zona di trasformazione atipica, Immagini di leucocheratosi o di vascolarizzazione non caratteristica, Immagini esofitiche o endofitiche carcinomatose
tratto da "La colposcopia rivisitata "di B. Stefanon dagli appunti del V° corso di colposcopia Istituto nazionale Tumori Milano 1988

IFCPC 1975 Congr. di Gratz
1) REPERTI NORMALI

-Epitelio squamoso originario

-Epitelio colonnare

-Zona di trasformazione

2) REPERTI ANORMALI

-Zona di trasformazione atipica: Mosaico, Punteggiatura, Vasi atipici, Ep. bianco, Cheratosi

-Sospetto di carcinoma invasivo

3) REPERTI INSODDISFACENTI

-Giunzione squamocolonnare non visibile

4) MISCELLANEA

Colpite, Atrofia, Erosione, Condiloma, Papilloma, Altri

tratto dalla "Colposcopia in Italia" anno VII n.1 Aprile 1990 mod.

I. F.C. P. C. Classificazione colposcopica internazionale Roma 1990

REPERTI COLPOSCOPICI NORMALI

  • Epitelio pavimentoso originario
  • Epitelio cilindrico
  • Zona di Trasformazione Normale

REPERTI COLPOSCOPICI ANORMALI GRADO 1 (G1) *

  • Epitelio aceto-bianco piatto
  • Epitelio aceto-bianco micropapillare o microconvoluto
  • Mosaico regolare
  • Puntato regolare
  • Leucoplachia sottile
  • Area iodonegativa

REPERTI COLPOSCOPICI ANORMALI GRADO 2 (G2) *

  • Epitelio aceto-bianco spesso (piatto, micropapillare o microconvoluto)
  • Mosaico irregolare
  • Puntato irregolare
  • Leucoplachia spessa
  • Vasi atipici
  • SOSPETTO CARCINOMA INVASIVO

COLPOSCOPIA INSODDISFACENTE

  • Giunzione squamocolonnare non visualizzata
  • Infiammazione grave
  • Atrofia grave
  • Cervice non visibile

REPERTI MISCELLANEI

  • Micropapille non acetoreattive
  • Condiloma esofitico
  • Infiammazione
  • Atrofia
  • Ulcerazione
  • Altri
* Specificare se la lesione è dentro o fuori la zona di trasformazione
 

I.F.C.P.C  Classificazione colposcopica internazionale Barcellona 2002

REPERTI COLPOSCOPICI NORMALI

  • Epitelio pavimentoso originario

  • Epitelio cilindrico

  • Zona di Trasformazione Normale

REPERTI COLPOSCOPICI ANORMALI

  • Epitelio aceto-bianco-piatto

  • Epitelio aceto-bianco ispessito*

  • Mosaico regolare

  • Mosaico irregolare*

  • Puntato regolare

  • Puntato irregolare*

  • Area parzialmente iodocaptante

  • Area iodonegativa*

  • Vasi atipici*

  • QUADRO COLPOSCOPICO SUGGESTIVO PER CARCINOMA INVASIVO

COLPOSCOPIA INSODDISFACENTE

  • Giunzione squamocolonnare non visualizzata

  • Infiammazione grave

  • Atrofia grave

  • Cervice non visibile

REPERTI MISCELLANEI

  • Condiloma esofitico

  • Cheratosi

  • Erosione

  • Infiammazione

  • Atrofia

  • Deciduosi

  • Polipi

*Modificazioni maggiori

 

 

 Per Ulteriori classificazioni e la valutazione del Grading colposcopico andare alla pagina dedicata.

 

STORIA DELLA COLPOSCOPIA

Lo storico inizio della colposcopia si data tra il 1922-25, anni in cui il Dott. Hans Hinselmann di Amburgo Foto di Hans Hinselmann from www. gineconet.com:Fonte: www.helligrath.deideò il primo colposcopio derivandolo da un microscopio dissettore della Leitz. Hinselmann nasce a Neumünster, Holstein, in Germania nel 1884 e studia a Kiel dove si laurea in medicina nel 1908. All'età di 41 anni riceve l' incarico di direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell'ospedale di Altona nei pressi di Amburgo dove rimane sino alla fine della sua carriera. Poco si sa degli ultimi anni della sua vita, adombrati dalla condanna della corte di Amburgo dopo il processo di Norimberga per crimini di guerra riguardo sperimentazioni sulla sterilizzazione di prigionieri di guerra (sentenza n. 10 del 7\12\46). Per le molteplici attestazioni di stima umana e professionale, da parte di tutti i famosi studiosi del campo che intrattennero relazioni con Hinselmann, poco vi è da credere sulla veridicità di tali accuse. Probabilmente fu coinvolto nella generale sconfitta della Germania nazista. Muore all'età di 75 anni il 18 aprile del 1959. La sua clinica di Altona, oggi non più esistente, fu meta di numerosi medici che furono affascinati dalla nuova tecnica diagnostica; in particolare rapporti di grande collaborazione furono intrapresi con colleghi sudamericani. A. Jackob, illustre ginecologo argentino nel 1932 si reca da Hinselmann ed al suo ritorno pone il seme per lo sviluppo di tale metodica nel suo paese. Di quest'ultimo ricordiamo un prestigioso lavoro: " El cancer preinvasor de cuello uterino".  L'intento  di Hinselmann era quello di osservare meglio la morfologia della cervice uterina per effettuare una diagnosi precoce del cervicocarcinoma, giustamente convinto della presenza di lesioni, non visibili ad occhio nudo, "matrici" di neoplasie. In quegli anni l'attenzione di molti studiosi era rivolta alla leucoplachia della cervice (lesione cervicale con epitelio bianco, spesso, ipercheratosico visibile senza l'ausilio dell'acido acetico). Nel 1907 von Franquè, che fu maestro di Hinselmann, descrisse sei casi di leucoplachia di cui quattro esitati in cancro cervicale; lo stesso Hinselmann nel 1927 pubblicò di due casi di leucoplachia, che istologicamente erano cancri invasivi.  Da queste prime osservazioni Hinselmann dedusse che ".. non si conoscono casi di leucoplachia che non siano esitati in cancro...". Per molti anni la leucoplachia fu considerata, erroneamente, "generatrice" di cervicocarcinoma. Solo successivamente lo stesso Hinselmann ed ancor meglio il suo allievo Dietel H., in una pubblicazione del 1955, videro che la leucoplachia non necessariamente conduceva al cancro. Oggi è noto che il termine leucoplachia non è necessariamente legato al cancro cervicale, identificandosi spesso in difetti di maturazione senza atipie (acantosi) e con ipercheratosi (corneificazione epiteliale in assenza di nuclei) e\o paracheratosi (ritenzione di nuclei picnotici nello strato corneo).  Fu così che, dopo attente osservazioni, Hinselmann descrisse diverse tipologie di leucoplachie che catalogò in classi, in rapporto alla morfologia istologica ed il potenziale neoplastico dividendole in cinque classi (da historya de la colposcopia della Dra M. B. Soza). Queste cinque varietà istologiche di leucoplachie, andavano da quadri di epitelio con corneificazione atipica (lesioni minime) ai quadri di epitelio "carcinoide" che coinvolge profondamente tutti gli strati cellulari (attuale carcinoma in situ o microinvasivo). Osservando le leucoplachie e le ipercheratosi cervicali Hinselmann notò che asportando lo strato cheratinico superficiale potevano essere identificate ulteriori immagini colposcopiche  come la punteggiatura, puntato o grund ed il mosaico, selciato o felderung. Tale immagini furono interpretate come superficializzazione  degli strati più profondi della leucoplachia, in considerazione che si osservavano asportando lo spesso strato cheratinico della leucoplachia; infatti, proprio per questa convinzione vennero denominate come immagini di base (che sottostavano alla leucoplachia), riferendo al puntato proprio il termine " base di leucoplachia ". Si trattava, in effetti, di papille connettivo-vascolari più o meno ipertrofiche originate dallo stroma sottostante lo stato leucoplasico che si presentavano come immagini di puntato o mosaico. Le aree di leucoplachia, base di leucoplachia, e mosaico furono identificate da Hinselmann come aree matrici o generatrici e precursori di neoplasie cervicali. In considerazione che le immagini di puntato e mosaico sono visibili anche in assenza di leucoplachia, oggi il termine "immagini di base" è stato abbandonato, anche se è importante ricordare che le immagini matrici di Hinselmann sono state inizialmente riferite alla diretta osservazione del disegno stromale e vascolare posto sotto la leucoplachia.  Quindi la leucoplachia, il mosaico ed il puntato furono definita da Hinselmann come aree generatrici o matrici di carcinoma. Il termine di area matrice  fù sostituito in seguito  dalla dicitura "trasformazione atipica" , "trasformazione insolita",oggi  "trasformazione anormale".

 

Uso dell'acido acetico. Già dalle prime osservazioni colposcopiche, Hinselmann notò che applicando sulla cervice una soluzione di acido acetico al 3% (dopo aver testato altre soluzioni) gli epiteli "patologici" reagivano con tale sostanza mettendosi in risalto. L'acido acetico, già utilizzato agli inizi dell'ottocento per irrigazioni vaginali, oggi si utilizza generalmente in diluizioni al 5%. La sua azione si esplica attraverso diversi meccanismi, solo in parte noti: fa precipitare, in maniera reversibile, le proteine del muco cervicale, favorendone la rimozione, e le proteine intracellulari (citocheratine); causa una transitoria vasocostrizione ed edema che evidenziano ed esaltano la morfologia epiteliale e le sue lesioni.

Lo scopo della colposcopia fu sin dall'inizio ed è tuttora, di correlare la morfologia della lesione con il corrispettivo quadro istologico con il fine di attuare una vera e propria diagnosi precoce delle lesioni precancerose e dei carcinomi preclinici. Al fine di utilizzare un linguaggio comune per descrivere le immagini colposcopiche, si pose la necessità di formulare una classificazione delle lesioni colposcopiche, cosa laboriosa per motivi linguistici, e scientifici; infatti le classificazioni colposcopiche succedutesi negli anni sono state moltissime. Queste variazioni terminologiche, spesso necessarie, hanno però creato qualche difficoltà comunicativa. L'ultima classificazione  è quella redatta dall' IFCPC (International Federation for Cervical Pathology and Colposcopy)  presentata al congresso mondiale tenutosi a RIo nel 2011 che ha sostituito la classificazione del 2002 presentata al congresso mondiale tenutosi a Barcellona. In un articolo riguardante la classificazione del 2001, Stalf e Wilbanks hanno scritto che:".... nessuna terminologia è perfetta, nessuna terminologia è definitiva." . Nell'opuscolo della Società Italiana di Colposcopia  e Patologia Cervicovaginale riguardante le linee per la gestione del pap test anormale si sottolinea come le linee guida sono da rivedere periodicamente, aggiornandole sia in base ad eventuali direttive istituzionali che ai dati della letteratura nazionale e internazionale, sia alla validazione (validità e riproducibilità) delle esperienze nazionali e internazionali in corso; inoltre è necessario garantire un utilizzo flessibile delle Linee Guida. Queste considerazioni sono applicabili a tutte le linee guida, anche se ritengo che un eccesso di trasformismo, e perdonatemi se affermo a volte futile, non sia di giovamento. A conferma di ciò la difficoltà del reperimento delle classificazioni storiche colposcopiche che a furia di essere riportate (spesso i vecchi lavori originali non sono reperibili) sono state talora distorte. Si tenga conto che ogni nazione ha poi elaborato proprie modifiche  alle classificazioni che si sono miscelate a quelle internazionali. Pertanto aldilà della classificazione, risulta evidente come la sezione più significativa dell'esame colposcopico rimane la relazione e le sue direttive che suppliscono i dubbi delle interpretazioni  terminologiche.

 

Le classificazioni colposcopiche valutano il grado delle alterazioni dinamico-morfologiche (Grading Findings), il cui fine è quello di correlare la lesione osservata ad un quadro cito-istologico. Di tale grading  se ne sono occupati i più  famosi studiosi come Burghardt, Dèxeus, Kolstad, Stafl, Maclean, Coppleson, Pixley, Reid, Scalzi, Coupez, Mossetti, ecc. Uno schema semplificato dei parametri statici e dinamici utilizzati per correlare la lesione ad una aspettativa di grado più o meno elevato di potenziale neoplastico è visibile visionando il grading colposcopico.  La valutazione del grading, che spesso si esprime in punteggi, non è perfettamente standardizzata dato che la valutazione di alcuni parametri può essere soggettiva. Di fatto, comunque, il colposcopista esprime sempre il suo giudizio basandosi principalmente sul suddetto grading.

Uso della soluzione di Lugol o test di Schiller.

Nel 1928 il patologo viennese Walter Schiller introdusse il test di Lugol o test di Schiller. Egli notò che questa soluzione colorava il normale epitelio della cervice uterina con una tonalità mogano scura, cosa che non accadeva per l'epitelio "atipico" e carcinomatoso. La soluzione di Lugol era stata formulata molti anni prima dal medico parigino J.G.A. Lugol che la utilizzava per la terapia topica della scrofula tubercolare. Bisogna precisare che il test di Schiller non fu ideato come tempo della colposcopia, ma fu utilizzato solo come complemento nell'ispezione clinica; quindi inizialmente si pose come alternativa diagnostica alla colposcopia.  Anche se tale test non presenta alta specificità, esso conserva egualmente il suo utilizzo: per meglio identificare alcune lesioni virali da HPV; per svelare alcune aree non svelabili con l'acido acetico (Area iodochiara acetomuta); per meglio evidenziare i margini delle lesioni (netti o sfumati) ed effettuare biopsie (migliore identificazione dell'area da bioptizzare con il quadro :" two lesions in one ") e terapie mirate;   per valutare l'impregnazione estrogenica; per osservare colorimetricamente lo stadio di maturazione dell'epitelio metaplasico di riparazione e quindi valutarne l' "età" o l'effetto di terapie topiche. E' da sottolineare come l'area iodonegativa nella classificazione colposcopica del 2002 è considerata un reperto colposcopico di grado maggiore (intesa come area iodonegativa intensamente acidofila), mentre l'area parzialmente iodocaptante un reperto colposcopico di grado minore. Ne consegue che tale tempo della colposcopia non deve essere ignorato.  Sembrerebbe che l'effetto cromatico della soluzione di Lugol, nel normale epitelio pavimentoso, sia legato alla presenza di glicogeno intracellulare (la colorazione è tanto più intensa quanto più è presente tale molecola) la cui concentrazione è a sua volta direttamente legata alla presenza di estrogeni. Per tutte queste motivazioni credo sia sempre utile rispettare questo tempo. Oggi la soluzione iodoiodurata, impiegata comunemente, è composta da iodio metallico (1gr.), ioduro di potassio (2gr.) in 100 ml di acqua distillata. Questa composizione è quella proposta dalla farmacopea francese e corrisponde alla "soluzione iodoiodurata forte". Esiste una composizione diversa corrispondente alla "strong iodine solution" della farmacopea americana e la "lugol's solution" della farmacopea inglese in cui la composizione è la seguente: iodio metallico (5gr), ioduro di potassio (10gr) ed acqua distillata (100 ml). In considerazione della ottima resa della soluzione della farmacopea francese, ed anche per evitare possibili reazioni avverse, molti la preferiscono. La seconda formulazione è proposta e visibile presso il sito dell' I.A.R.C. che consiglio di visitare e dove è riportata la composizione della soluzione emostatica di Monsell.

Anche se la colposcopia rappresentava un appetibile pianeta scientifico da esplorare, al suo esordio non ne seguì l'aspettata diffusione. Le motivazioni sono da ricercare in diverse ragioni: le prime pubblicazioni, anche se numerose, erano in lingua tedesca; ma la ragione determinante fu l'avvento del II° conflitto mondiale, inizialmente per l'evento in se stesso, e successivamente per l'avversione per tutto quello che era legato alla Germania nazista che uscì sconfitta da conflitto bellico. Nel 1943, inoltre, George Papanicolau ideò la citologia cervico-vaginale o PAP TEST che per motivazioni di costi e forse per ragioni "politiche", fu erroneamente contrapposto alla colposcopia che ebbe così una ulteriore battuta di arresto. Solo la grande passione, fede e caparbietà di alcuni studiosi permisero che il tempo desse alla colposcopia il meritato ruolo nella diagnostica ginecologica. I primi paesi in cui fu ampiamente utilizzata furono i paesi dell'America latina, perchè lì non solo molti studiosi tedeschi trovarono rifugio dopo il conflitto mondiale, ma perchè stretti legami di collaborazione scientifica erano già consolidati.

 

Alcune fra le date più significative. A seguire si riportano alcune fra le date più importanti nella storia della colposcopia. Il primo storico corso di colposcopia fu tenuto dallo stesso Hinselmann nel 1951 in Brasile a Porto Alegre. In Italia nel 1940 Cattaneo tradusse in lingua italiana la "Introduzione alla colposcopia" di Hinselmann. Le tappe successive furono segnate da importanti eventi  che attestarono l'affermazione della colposcopia. Nel 1939 Gustave Mestwerdt all'età di 29 anni pubblica il suo primo lavoro sulla colposcopia: Im 6. Jahr unserver kolposksopischen Krebssprenchstunde. Zbl. Gynak. 63 (1939) 2299-2305. Egli fu anche autore di uno splendido atlante di colposcopia (Atlas der Kolposkopie. Saunders ed.) in collaborazione con Moll, Wagner, Kolb e Wespi pubblicato nel 1949. Secondo notizie storiche, Mestwerdt conservò gelosamente a Barmbek il primo colposcopio utilizzato da Hinselmann riportato nella foto.Hinselmann’s original scope. From Burghardt EO, et al Textbook and atlas colposcopy, New York, 1991 Nel 1939 H. Kraatz utilizza il filtro verde per l'osservazione della trama vascolare. Il principio dell'utilità del filtro verde, successivamente ne sono stati utilizzati di altri colori, è molto semplice e consiste nella fusione del colore rosso del vaso sanguigno con il verde del filtro da cui si genera una nuova tonalità tendente al nero, che esalta, risaltando sullo sfondo, il disegno vascolare. E' importante sottolineare che la visione della componente vascolare va effettuata dopo detersione con soluzione fisiologica e prima dell'applicazione di acido acetico.   Nel 1946 H.J.Wepsi pubblica " Enstehung und Fruherfassung des Portio carcinoms" Benno-Schwabe Verlag, Basel. Antoine introduce la colposcopia in Austria e getta le basi per la colpomicroscopia nel 1949. Nel 1952 Hans Limburg pubblica “Die Frühdiagnose des  Utruscarcinorms”.  Nello stesso anno Palmer introduce la tecnica in Francia e si inizia a praticarla in Italia. Sempre nel 1952, al congresso di Argel, Funk-Brentano e De Wattewille focalizzarono l'importanza della colposcopia nella " Diagnosi precoce del cancro del collo dell'utero". Nel 1954, in Italia, vennero pubblicati trattati colposcopici da Masciotta (1954), Mosetti e Russo (1962) ed in Francia da Bret e Coupez (1960).  Nel 1955 Lewis Scheffey, Karl Bolten e Warren Lang pubblicano “Colposcopy: Aid in Diagnosis of Cervical Cancer” in Obstetrics and Gynecology. Nel 1957 A.J.Bret pubblica “Role de la Colposcopie dans le Dépistage du Cancer du Col au Cancer au Cours de la Grossesse” in Le Semaine des Hôsopitqux,33 année, 72/8.  Warren Lang in Philadelphia , Pensilvania, pubblica “Cytologic and Histologic Correlation of Colposcopy Findings” in Gynecology and Obstetrics. Il 17 maggio 1958  a Rio de Janeiro viene fondata la società brasiliana di colposcopia. Nel 1964 viene fondata la società argentina ed americana. Nel 1970 viene fondata la società australiana che vide Pixley, tFoto di Charles Ellis Pixley grande uomo e colposcopista. Consulta l'articolo di A.G. Ostor et al. : Ellis Charles Pixley A pioner of colposcopy presso l' ASCCPra i soci fondatori. Quest' ultimo, oltre ad essere ricordato per la sua grande simpatia, fu ideatore con Coppleson del concetto del grading delle lesioni colposcopiche; fu inoltre autore di splendide colpofotografie.  Nel 1972 a novembre a Mar de Plata in Argentina si tiene il primo Congresso mondiale di colposcopia e patologia della cervice uterina ed in pratica si da vita alla International Federation for Cervical Pathology and Colposcopy (IFCPC). Questo congresso diede un importante input alla costituzione di nuove società. Nello stesso anno fu ufficializzata la società tedesca. Altro congresso mondiale di grande importanza fu tenuto a Gratz nel 1975 presieduto da E. Burghardt. Nello stesso anno, ad agosto, nacque la società giapponese e nel 1977 la società francese. La società italiana di colposcopia e patologia cervicovaginale (SICPCV) ha vita il primo di agosto nel 1980 a S. Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). Nel 1987 viene fondata la società spagnola, nel 1990 la società messicana e nel 1992  a Buenos Aires la federazione latinoamericana di patologia del tratto genitale inferiore e colposcopia, cui fanno parte la società argentina, brasiliana, cilena, uruguaiana e messicana. Oggi ogni nazione ha una sua società di colposcopia e si tengono numerosi incontri in tutto il mondo.

Anche se ha cercato di essere quanto più preciso possibile, certamente queste pagine conterranno dati correggibili; pertanto sarò felice di accettare correzioni e scambiare informazioni. Voglio ringraziare la Dott. ssa  M.B. Soza, gentile collega, da cui ho attinto molte delle preziose informazioni contenute in questo sito.

Bibliografia e letture consigliate:

Atlante di colposcopia di E. Burghardt  Ed. Masson

Atlas of colposcopy di Mestwerdt, Moll, Wagner-Kolb, Wepsi Ed. W. B. Saunders company

Colposcopia e fisiopatologia cervicale M. Peroni Ed. Poli

Diagnosi precoce della neoplasia cervicale: attualità e prospettive Ed.Cervical medicine publishing

La linea interpretativa della colposcopia G. De Virgilis Ed. W. Pabisch

Lesioni precancerose del basso tratto genitale A. Singer, J.M. Monaghan Ed. CIC edizioni internazionali

Manuale di colposcopia e patologia del tratto genitale inferiore Ed. Masson

Testo atlante di colposcopia J.M. Carrera , S. Dexeus Jr., F. Coupez Ed. Piccin

Il grading colposcopico nella storia della colposcopia M. Peroni da Atti del XVII congr. naz. SICPCV 2004

 

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Ultimo aggiornamento:  18-01-16

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